La processionaria: ogni primavera arriva puntuale

A cura di Edgardo Pagani DMV

Come ogni primavera che si rispetti, ecco comparire la pericolosa e temibile processionaria, e non solo per i nostri amici animali. Quest’anno, però, è arrivata un po’ in anticipo, complici un inverno mite e la scarsità di piogge. Si tratta di un insetto facente parte dell’Ordine dei  Lepidotteri (farfalle), superfamiglia Noctuoidea (nottue, falene), famiglia Notodontidae, sottofamiglia Thaumetopeinae, nocivo per le piante (soprattutto conifere, quali pini, cedri, larici e querce) e molto pericoloso per gli animali (incluso l’uomo) solo nella sua fase larvale, ossia sotto forma di bruco, a causa dei suoi peli urticanti. Ne esistono circa 40 specie diverse, ma in Italia le più diffuse sono solo due e di colore grigiastro e rosso brunastro: la processionaria del pino (Thaumetopoea pityocampa) e la processionaria della quercia, o (Thaumetopoea processionea). Il suo nome deriva dal fatto che, quando si sposta da una parte all’altra, si muove in fila indiana come in processione. La sua presenza, intesa come pericolosità verso gli animali, si ha da marzo a giugno, sia per terra che sulla pianta, e in cima agli alberi si può vedere il caratteristico nido bianco a forma di bozzolo. La processionaria del pino compare a marzo, mentre la processionaria della quercia ad aprile. In realtà le larve sono attive nei mesi freddi distruggendo i rami e le foglie di cui si nutrono (sono fitofaghe), nei mesi estivi vive sotto terra da cui fuoriesce la forma adulta che va alla ricerca della zona o pianta  idonea per la fecondazione e deposizione uova (dando origine al caratteristico nido). L’esemplare adulto presenta delle ali larghe 3-4 cm ed è di colore grigiastro, la larva è lunga 1-3 cm. Gli effetti possono essere più o meno gravi a seconda di quanto il soggetto (o parte di esso) è stato a contatto con la processionaria: nell’uomo può dare segni di eritemi o ustioni (come se si andasse a contatto con una sostanza caustica), prurito fino al broncospasmo (in caso di inalazione dei peli), negli animali necrosi (denominate gangrene umide) con emorragie. L’effetto è dato dal contatto dei peli urticanti delle larve con le mucose, facendo liberare istamina dando reazioni allergiche e infiammazione. Può variare dalla reazione simil orticaria alla lieve ustione fino alla necrosi del tessuto interessato (talvolta risulta indispensabile eliminare la parte necrotica chirurgicamente), in certi casi si può avere shock anafilattico fino alla morte del soggetto colpito. Un evento frequente, soprattutto nel cane,  è la lingua “ustionata” che, a volte risulta necessaria, asportare in parte: se colpita, questa può gonfiarsi e diventare edematosa ed ostruire il passaggio dell’aria a livello dell’istmo delle fauci, determinando asfissia. I sintomi negli animali, visibili spesso nel cane,  sono riconducibili ad una improvvisa e intensa salivazione, infiammazione acuta della zona venuta a contatto con i peli urticanti e conseguente necrosi, ingrossamento della lingua (qualora venga interessata), perdita di vivacità, febbre, rifiuto del cibo, vomito e diarrea (anche con sangue).

Si consiglia di prestare molta attenzione quando si fa passeggiare il proprio animale sotto questi alberi e di intervenire il prima possibile qualora si venisse a contatto con la larva di processionaria. In tal proposito si consiglia di lavare abbondantemente la zona con acqua e bicarbonato (no ammoniaca) o acqua ossigenata e portare il paziente subito dal medico (negli animali il medico veterinario) il quale provvederà quanto prima con antistaminici e cortisonici (tramite iniezioni sottocute o pomate).